Titolo: Il professore
Autore: Charlotte Brontë
Genere: Classici
Casa editrice: CreateSpace Indipendent Publishing
Data di pubblicazione: 21/07/2016
Formato: Cartaceo/E-book
Pagine: 196
Sinossi:
Il professore fu il primo romanzo di Charlotte Brontë (pubblicato con lo pseudonimo di Currer Bell); fu però pubblicato dal marito dopo la sua morte, ritenendolo un materiale interessante e autonomo, anche se molto del suo contenuto era stato utilizzato dalla scrittrice nel suo ultimo romanzo, Villette. Infatti in entrambi questi romanzi l’autrice attinge alla sua esperienza di istitutrice in Belgio, in cui, ventiseienne, visse una storia d’amore con un suo professore. “Il professore” fu rifiutato dall’editore; la stessa autrice, nella prefazione, riportata anche nel presente volume, ironizza sulle esigenze degli editori che preferiscono le storie romanzesche ed emozionanti rispetto a quelle più “reali”. Per chi ama la scrittura della Brontë questo libro e Villette, il suo ultimo, sono molto interessanti per vedere come la scrittrice ha utilizzato diversamente lo stesso materiale autobiografico, fornendo punti di vista diversi, non solo per il genere del protagonista (maschile in questo primo romanzo, e femminile nell’ultimo), ma per la diversa maturazione di vita e di scrittrice.
“Gli esseri umani, specialmente i più piccoli, di rado rinunciano al piacere di esercitare un potere che sanno di avere, anche se quel potere consiste solo nel saper rendere gli altri infelici.”
Un romanzo davvero curioso, una raccolta di pensieri romanzati che acquisiscono in corsa d’opera una forma eccelsa, ecco un test forse per la stessa Brontë.
Ispirato dall’esperienza personale dell’autrice, la quale rimase a Bruxelles per un periodo di studio innamorandosi del suo insegnante, in questo libro Charlotte narra de “Il professore”; la storia di William Crimsworth.
William è un giovane ben educato, rimasto orfano da bambino che decide appena terminati gli studi di rincorrere l’unico legame di sangue ancora in vita, il fratello, un industriale dello Yorkshire; che gli fa rimpiangere nell’immediato la sua scelta.
Grazie ad una particolare amicizia che instaura nel frattempo, il giovane Crimsworth parte per il Belgio dove trova lavoro come docente di lingua inglese dapprima in un istituto per soli maschi ed in un secondo momento nel collegio a fianco, esclusivamente femminile. È proprio qui che conosce, una collega insegnante che inizia a prendere lezioni di lingua inglese per esaudire i suoi sogni di crescita personale e professionale.
Dopo questa breve panoramica sulla trama vi posso dire che all’interno di queste pagine c’è molto di più! Nonostante i fatti non siamo molti, ciò che prevale è la vena poetica dell’autrice, la passione per le parole, le descrizioni, il suo saper scrivere. Se all’epoca questo romanzo fosse stato pubblicato sarebbe stato di certo un degno precursore del viaggio letterario dell’autrice, ma in un mondo di uomini era davvero troppo chiedere ad un editore di ammettere la bellezza di questo testo, narrante la debolezza dell’animo umano in particolare quello maschile.
Poiché in questo romanzo il punto di vista utilizzato è quello di William, unico narratore, che esprime tutto il suo tormento, sollievo, pace e amore dopo tanto cercare. Il personaggio femminile invece è un’eroina insolita, forte di una bellezza elegante e allo stesso tempo realistica, degna dei migliori personaggi dell’autrice inglese.
I romanzieri non si dovrebbero mai concedere di stancarsi dello studio della vita reale. Se osservassero coscenziosamente questo dovere ci darebbero meno quadri animati da vividi contrasti di luce e ombra; eleverebbero meno spesso eroi ed eroine alle altezze dell’estasi, e ancor meno spesso li sprofonderebbero negli abissi della disperazione.
Questo libro colpisce fin dalla prima pagina con una scrittura introspettiva, personaggi affascinanti e sobri, argomentazioni riflessive ed intelligenti. Un viaggio tra l’Inghilterra e la città di Bruxelles dell’epoca, ma sopratutto un viaggio negli esordi della meravigliosa autrice inglese.
L’autrice
“La parte centrale e quella finale de Il professore sono il punto più alto della mia scrittura. A mio parere in esse vi sono più essenza, più sostanza e più realtà che in buona parte di Jane Eyre”. C. Brontë