Titolo: Tre
Autore: Valérie Perrin
Genere: Narrativa contemporanea
Casa editrice: E/O edizioni
Data di pubblicazione: 28/06/2021
Formato: Cartaceo/E-book
Pagine: 624
Sinossi:
1986. Adrien, Étienne e Nina si conoscono in quinta elementare. Molto rapidamente diventano inseparabili e uniti da una promessa: lasciare la provincia in cui vivono, trasferirsi a Parigi e non separarsi mai. 2017. Un’automobile viene ripescata dal fondo di un lago nel piccolo paese in cui sono cresciuti. Il caso viene seguito da Virginie, giornalista dal passato enigmatico. Poco a poco Virginie rivela gli straordinari legami che uniscono quei tre amici d’infanzia. Che ne è stato di loro? Che rapporto c’è tra la carcassa di macchina e la loro storia di amicizia?
“Eccomi proprietaria e responsabile di una vita. Io, che non volevo niente, mi ritrovo con tutto.”
Un trio superbo ed affascinante, ognuno con la sua storia da raccontare ed ognuno con un segreto che ci trascina con sé fino alla fine del libro.
L’inizio del testo è affascinante e balsamico, come da tradizione per Valérie Perrin. Le verità raccontate sono tante e con una bellissima onestà intellettuale, nessun fiocchetto, nessuna falsa e costruita delicatezza; in alcuni capitoli ho percepito una sonora sberla in pieno volto.
Non sempre è stato facile procedere, questa lettura mi ha rubato gran parte del mese di Luglio; spesso ho aperto le pagine con un enorme peso sul cuore prima di ricominciare.
Questo è un libro che sputa sentenze sulla punte delle tue scarpe e farai fatica a scrollartelo di dosso fingendo di non sapere come ci si sente in alcune situazioni della vita che non toccano tutti. Le persone che vengono accarezzate da questi fatti hanno un enorme bisogno della nostra sensibilità. (Scusate per il mistero ma non voglio spoilerare)
“Forse le anime sensibili non si abituano mai a niente.”
Il testo è narrato da Virginie, che ci racconta da un terzo punto di vista tutto quello che succede nel trio. Le stranezze su questo personaggio sono state il mio rompicapo per 3/4 del libro. Dove incontriamo tutta la sua limpida onestà, che vi lascerà a bocca aperta.
Nella narrazione non c’è tempo di essere prolissi, è sempre asciutta e densa di significato.
Cosa non mi è piaciuto? La convinzione dell’autrice che nel mondo siano noti a tutti i cliché francesi, le citazioni, le canzoni. E le lunghissime liste sempre più presenti, dal suo primo libro in poi.
In questo volume ho trovato l’editing/traduzione un po’ sciatta, rispetto all’affetto che l’autrice riceve in Italia. Confrontandolo con i primi libri, ho trovato la scrittura un po’ forzata, più costruita. Quasi come fosse un lavoro da compiere e non un’ispirazione da seguire.
A chi lo consiglio? A tutti assolutamente, è molto bello, ma come dicevo non è una lettura a cuor leggero, è un libro impegnato.
L’autrice
Valérie Perrin ha lavorato a lungo come fotografa di scena delle più importanti produzioni cinematografiche francesi. Il suo romanzo d’esordio, Il quaderno dell’amore perduto, è stato pubblicato in Italia da Nord nel 2016. Nel 2019 Cambiare l’acqua ai fiori viene pubblicato in Italia da E/O. Altre sue pubblicazioni: Tre (E/O 2021).
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