Titolo: Il giardino segreto
Autore: Frances H. Burnett
Genere: Classici per ragazzi
Casa editrice: Rizzoli e DeAPlaneta
Data di pubblicazione: per DeA 15/12/2020
Formato: Cartaceo/E-book
Pagine: 275-250
Sinossi:
Per Mary Lennox le storie hanno un potere straordinario. Le basta raccontarne una ad alta voce per superare i momenti difficili. Ma la sua partenza per l’Inghilterra e la sua misteriosa e sterminata brughiera sta per cambiare ogni cosa. Mary andrà a vivere insieme a uno strano ricchissimo zio che non ha mai visto, e che, di certo, non ha tempo per le storie. All’improvviso, il mondo di Mary inizia a crollare. I suoi genitori non ci sono più, l’amata India, la terra delle storie, è più lontana che mai. Sembra che non ci sia rimedio a nulla. Almeno fino a quando Mary non incontra Colin, il cugino che non ha mai conosciuto. E Dickon, espertissimo di natura, di animali, sempre pronto ad ascoltare. Insieme a loro Mary attraverserà il maniero dello zio fino a scoprire un meraviglioso giardino, un luogo incantato che custodisce un segreto, ma. Dove è proibito mettere piede. Ed è qui che l’avventura inizia. È qui che la storia prende vita.
“La bambina rilesse le parole di sua madre, e nella sua testa fu come si accendesse una lampadina. I ricordi cominciarono a passarle davanti agli occhi, il passato si deformò, ricomponendosi poi in modo diverso…” (da ed. DeA)
Una storia incantata che da sempre porto con me. Mettere in correlazione la vita alla natura è un filone narrativo che emoziona anche gli adulti, specialmente quando non si è più abituati a guardare il mondo con occhi grandi ed innocenti. Mary è una bambina che vive in India con la sua serva-Ayah, la sua bambola Jemima, un padre affettuoso ed una madre che la evita come si potrebbe evitare il colera; malattia che però porta via tutti nel giro di una notte.
Al risveglio Mary si ritrova stranamente sola per essere poi salvata da alcuni ufficiali che la conducono al sicuro e la affidano ad una tutrice che l’accompagna in Inghilterra. Dove vive il suo unico parente rimasto, lo zio Archibald Craven nella tenuta di Misselthwaite Manor. Un podere pieno di mistero e che riserva a Mary segreti infiniti, tra cui un giardino segreto grazie al quale si risolveranno mille dilemmi.
“Da quel giorno presero a parlare di magia ogni volta che si riferivano a qualche meraviglioso cambiamento del loro giardino. E mille cose avvennero nei mesi successivi, a confermare la loro ingenua supposizione. Chi non ha mai posseduto un giardino non lo può capire, e chi ha la fortuna di possederlo saprà che non basterebbe un libro intero a descriverne le meraviglie.” (da ed. Rizzoli)
Quando DeAPlaneta mi ha gentilmente omaggiato di questa edizione del libro, adattamento editoriale del film del 2020, ho deciso che sarebbe stato più saggio leggerne anche l’edizione originale per una panoramica più dettagliata della storia. Ed in mio possesso avevo un volume edito da Rizzoli, Bur Ragazzi. È stato un lavoro molto interessante, le edizioni non potevano essere più diverse.
Nel libro originale la narrazione dell’autrice è quella di una cantrice che racconta a dei fanciulli le meraviglie della natura, che certamente ha famigliari. Ci racconta un mondo comunque gentile intorno a Mary e di come lei viva il suo cambiamento interiore attraverso la natura, da damina viziata e capricciosa a una gentile e scapestrata fanciulla di campagna.
Nel giardino segreto vive l’evoluzione delle stagioni, i mutamenti dell’ambiente intorno a sé. In una metafora in cui il giardino rappresenta il luogo in cui essere sé stessa, dove scoprirsi e lasciare entrare solo la fiducia, la positività, le relazioni; accettando il cambiamento che ne consegue. Mentre la brughiera, un luogo affasciante, misterioso ed irto di pericoli, rappresenta le manifestazioni che nella vita ci causano preoccupazione, ci offuscano i pensieri finché non torna il sereno e tutto scompare.
Un plauso speciale al personaggio di Dickon ed al bellissimo rapporto che instaura con Mary, un legame fondamentale per la sua trasformazione e nell’acquisire fiducia verso il prossimo. Anche la madre di Dickon, che nella nuova edizione non viene menzionata, ha una notevole rilevanza per il compimento della storia e nella percezione di Mary su cosa significa avere una famiglia ed una mamma presente e premurosa.
Nell’edizione di DeAPlaneta abbiamo in qualche modo la stessa storia ma raccontata naturalmente in maniera più scenografica. Per cui ahimè sono maggiori le manifestazioni negative, dall’atteggiamento della governante a quello dello zio finanche a quello della servitù.
C’è meno spazio per i momenti lenti, dedicati ai cambiamenti della natura, così come agli animali di Dickon, ed al personaggio di Ben il giardiniere; che qui non ritroviamo.
Viviamo invece maggiormente la mancanza di relazione tra Mary e la madre. In vita sembra ignorarla ma ne vengono svelate le ragioni attraverso i misteri di Misselthwaite ed alcune apparizioni un po’ macabre di lettere e fantasmi delle sorelle gemelle ( In questo libro Grace Craven, la moglie defunta dello zio Archie e la madre di Mary lo sono).
Questo ci fa riflettere anche su come i bambini possano percepire in maniera distorta la depressione di un genitore, una malattia intangibile, che porta in questo caso la piccola Mary a sentirsi completamente indesiderata dal mondo intero. Con i bambini si può e si deve assolutamente parlare, non si può lasciare che credano di essere sgraditi, ogni spiegazione sarà migliore di questa conclusione.
Altra nota positiva è l’aggiunta della figura del cane, una scelta moderna anche se un po’ semplicistica, che supporta il cambiamento di Mary; sicuramente una scelta di maggiore appeal per le nuove generazioni. La narrazione comunque si attesta come una mera trascrizione del film e manca proprio di quelle espressioni epimeletiche che sono il fulcro della crescita di Mary.
Il film del 2020, è il sesto adattamento cinematografico ed è diretto da Marc Munden: documentarista e regista televisivo inglese. Una versione in cui la cura della fotografia è molto suggestiva ma la trama viene in molti momenti frettolosamente stravolta ed accorciata.
Appare Colin Firth nei panni del vecchio zio, relegato ad una particina quindi misera. Apprezzabili le interpretazioni dei cugini con i piccoli attori Dixie Egerickx e Edan Hayurst; ma quello che fa più sconcerto sono le atmosfere da gothic horror o ghost movie di cui non si capisce il motivo. Nel giardino troviamo inspiegabilmente delle piante esotiche e nulla viene vissuto dai bambini in maniera armoniosa e sorpresa.
Tra l’altro mi rimane il dubbio sul perché Dickon e Marta siano di pelle nera, quando nel libro non vengono mai descritti in tal senso anzi si ha una tangibile sensazione che siano caucasici, è un inserimento di moderna concezione-conciliazione o una scelta scontata in quanto servi? Non so quale risposta sia la peggiore.
Rimango fedele al film del 1993 che mi ha accompagnata durante l’infanzia e che apprezzo maggiormente.
L’autrice
Frances Hodgson Burnett (1849-1924), autrice di famosissimi romanzi per ragazzi come Il piccolo Lord, Il giardino segreto, La piccola principessa, scrisse anche romanzi per adulti, mai pubblicati in Italia.
Confinata nella letteratura per l’infanzia, la Burnett è stata marginalizzata per decenni e solo da poco si stanno ripubblicando, in inglese, gli altri suoi romanzi, che non sono solo belli e appassionanti ma anche, per alcuni aspetti, estremamente attuali. Iniziò a scrivere per ragioni economiche, già orfana di padre ed emigrata in America con la famiglia, perse presto anche la madre e divenne quindi responsabile dei fratelli minori. La pubblicazione de Il piccolo Lord la rese una scrittrice di enorme successo e poté permettersi di tornare di frequente in Inghilterra. Ebbe quindi la possibilità di conoscere bene due mondi molto diversi tra loro: l’Inghilterra e l’America. Ne capì le differenze culturali e gli effetti sull’educazione, gli stili di vita, la mentalità, il ruolo della donna.